giovedì 23 luglio 2009

Concorso apparente di norme: Utilizzo indebito della carta di credito ed il delitto di truffa

Nell’ affrontare il tema del concorso di norme apparenti è necessario evidenziare le differenze del citato istituto rispetto al concorso di reati. Concorso di reati e concorso apparente di norme,infatti, rappresentano fenomeni simmetrici, ma al tempo stesso contrari: per tale ragione spesso vengono trattati nella stessa sedes materiae.Il concorso di reati si distingue in materiale e formale. Si ha concorso materiale di reati quando uno stesso soggetto, con più azioni od omissioni, realizza più reati. Si ha concorso formale, invece, quando uno stesso soggetto commette più reati, con una sola azione od omissione. In entrambi i casi c'è la presenza di una pluralità di reati. La disciplina giuridica non è però identica sotto il profilo sanzionatorio. Il concorso apparente di norme ricorre,invece, quando una medesima condotta soltanto in apparenza risulta riconducibile a più fattispecie incriminatrici, ma in realtà integra un solo reato. Nel concorso apparente, inoltre, è necessario riscontrare l'esistenza di una stessa situazione di fatto sulla quale convergono più norme incriminatrici. Le norme, che sono in concorso, sembrano poter tutte regolare la situazione, ma in realtà solamente una potrà essere applicata al fatto. L’ articolo 15 del codice penale disciplina il concorso apparente di norme. Qualora vi sia un concorso tra più norme è necessario capire quale norma prevale sull’altra. Tale problema viene risolto attraverso l’applicazione di uno dei tre principi (indicati dal legislatore e dalla dottrina) : il principio di specialità,di sussidiarietà e di consunzione o assorbimento. Una parte della dottrina ritiene che l'articolo 15 del codice penale disciplini, espressamente, solo il principio di specialità. Altri autori,invece, ritengono che l'articolo 15 contenga anche il principio dell'assorbimento, nella parte in cui il legislatore stabilisce il prevalere dell'ipotesi di deroghe a favore della norma che prevede il reato più grave. Il principio di specialità deve essere applicato ogniqualvolta vi sono più leggi penali o disposizioni della medesima legge penale, le quali regolano la stessa materia. In dottrina si è a lungo discusso sul significato di "stessa materia". Una parte della dottrina ritiene che le norme devono avere ad oggetto il medesimo bene giuridico. Oggi, invece, è pacifico intendere per "stessa materia" l'esistenza di una medesima situazione di fatto. Come già accennato la dottrina si è divisa sul significato di “stessa materia”, mentre una parte della giurisprudenza fa riferimento all'identità ed omogeneità dei beni giuridici tutelati dalle norme in concorso apparente. La Suprema Corte si è pronunciata sul significato di “stessa materia”, attraverso la sentenza numero 23427-2001 Sezioni Unite.
I giudici di piazza Cavour hanno evidenziato come non sussista concorso apparente tra l'articolo 648 codice penale è l'articolo 474 codice penale. L'articolo 648 c.p. disciplina il delitto di ricettazione, mentre l'articolo 474 c.p. regola il delitto di commercio di prodotti con segni falsi. Gli ermellini ritengono che le due condotte siano diverse e che non possano essere ricondotte alla medesima materia. L’ articolo 648 c.p. , infatti, prevede l'acquisto e la ricezione di cose provenienti da reato; mentre l’ articolo 474 c.p. prevede la detenzione per la vendita o comunque la messa in circolazione di beni o marchi con segni contraffatti. È dunque evidente come non vi sia un concorso apparente di norme, poiché ai sensi dell'articolo 15 c.p., non disciplinano la stessa materia. Il principio di specialità , inoltre, si fonda sulla prevalenza della norma speciale su quella generale. Le due norme (speciale e generale) hanno i medesimi elementi costitutivi, ma la norma speciale contiene anche degli elementi specializzanti.
L'elemento specializzante può consistere in una circostanza, la quale incide sotto il profilo sanzionatorio. Specializzante può essere sia un elemento che specifica un elemento del fatto previsto dalla norma generale, sia un elemento il quale si aggiunge a quelli espressamente previsti nella norma generale. Nel rapporto tra l'articolo 12 del D.L. n. 143 /91 e l'articolo 640 del c.p.,invece, sussiste un concorso apparente di norme. A questo concorso va applicato il c.d criterio di consunzione o assorbimento.Caratteristiche essenziali del principio dell’assorbimento sono : 1) questo principio non si basa su di un rapporto logico tra norme,bensì su di un rapporto di valore,in base al quale l’apprezzamento negativo del fatto concreto appare compreso nella norme che prevede il reato più grave,con la conseguenza che la contemporanea applicazione della norma che prevede il reato meno grave condurrebbe al moltiplicarsi di più sanzioni; 2) esso richiede non la identità naturalistica (come il principio di specialità),bensì la unitarietà normativo – sociale del fatto. Il reato di truffa ,dunque, verrà assorbito dal reato più grave (utilizzo indebito della carta di credito Sez. Un.n.22902-2001). Il principio dell'assorbimento ha riscontrato giudizi positivi anche da parte della giurisprudenza,la quale fino a qualche anno fa privilegiava l’applicazione, in ogni caso, del concorso di reati. In una recente pronuncia del 2007 la Suprema Corte ha evidenziato il rapporto di consunzione che intercorre tra il reato di truffa aggravata e frode fiscale. Nel reato di truffa, infatti, viene chiesta l'induzione in errore e il danno (elementi indifferenti ai fini del reato tributario). Nel reato di frode fiscale, invece, viene chiesto solo un artificio peculiare. Deve, dunque, operare il principio di assorbimento, per il quale è sufficiente l'unità normativa del fatto.L'unità normativa è desumibile dall’ omogeneità tra i fini dei due precetti con conseguente assorbimento dell' ipotesi meno grave di quella più grave. La truffa verrà assorbita dalla ben più grave frode fiscale. Dunque il confluire di più norme incriminatrici nei confronti di un medesimo fatto non è reale, ma soltanto apparente. Dall’analisi effettuata sembra confermarsi l’orientamento prevalente in dottrina,il quale rileva la presenza di solo tre criteri; mentre la giurisprudenza solo negli ultimi sembra essersi uniformata alla dottrina. In particolar modo è rilevante l’utilizzo del principio di consunzione per dirimere il conflitto che viene a crearsi tra norme che regolano la medesima situazione di fatto.
E',invece, configurabile il concorso materiale tra i reati di truffa e quello di falsificazione di carta di credito( Sez. V, n. 8995 - 2000) per quanto detto sopra.